martedì 13 giugno 2023

FENOMENOLOGIA DI SILVIO BERLUSCONI

In tanti lo hanno visto come santo, in tanti come demonio. Io l'ho sempre disprezzato: le sue vicende processuali non mi hanno indignato particolarmente (non credo nella santità di nessuno, neppure nella mia), ma la fangosa mediocrità di cui è stato rappresentante mi ha disgustato.

Se fossi Umberto Eco potrei scrivere ex-novo un pezzo dal titolo "Fenomenologia di Silvio Berlusconi", ma se da una parte non sarei stato degno neppure di allacciargli i lacci delle scarpe, dall'altra lui ha già scritto una "Fenomenologia di Mike Bongiorno" che, adattata ai tempi e ai contesti, sarebbe perfetta per descrivere Berlusconi. Per molti paragrafi, addirittura, basta semplicemente cambiare il soggetto. Glieli dedico come epitaffio:

Idolatrato da milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta unita (questa è l'unica virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che è e che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto. Lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti.

[...]Gioisce sinceramente col vincitore perché onora il successo. Cortesemente disinteressato al perdente, si commuove se questi versa in gravi condizioni e si fa promotore di una gara di beneficenza, finita la quale si manifesta pago e ne convince il pubblico; indi trasvola ad altre cure confortato sull'esistenza del migliore dei mondi possibili. Egli ignora la dimensione tragica della vita.
[...]Convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti.

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