lunedì 21 settembre 2020

Manchester by the sea

Manchester by the sea, sotto la crosta di ottima recitazione e buona fotografia, è la classica storia americana di dannazione e redenzione calata in un contesto americanissimo di birre tracannate, matrimoni falliti seguiti da seconde e terze nozze e con figli di terzo e quarto letto.
E' ben confezionato ma non mi ha emozionato: voto 6.

mercoledì 16 settembre 2020

Sto pensando di finirla qui

Ho visto “Sto pensando di finirla qui”, sicuramente uno dei dieci film più assurdi della storia di Hollywood… e non ho mai visto gli altri 9!

Il film mi è piaciuto. Ha una fotografia spettacolare, dialoghi intensi, attori fantastici.
Non sono abbastanza cinefilo da averlo capito completamente alla prima visione, ho dovuto cercare articoli in rete, come questo e probabilmente non è il miglior film della storia, perchè gli manca una chiave di lettura bassa, popolare. Il mio voto è, comunque, 7.

Consiglio di guardarlo, ma senza distrazioni ed essendo predisposti a mantenere una soglia di attenzione alta. Piuttosto fermate lo streaming se dovete alzarvi a prendere un bicchiere d’acqua o per andare in bagno, altrimenti rischiate di rimanere legittimamente frustrati, come il redattore di Esquire
Un suggerimento senza spoilerare troppo: fate attenzione al nome della protagonista e al nome di chi le telefona.

mercoledì 9 settembre 2020

Il sesso in America nei film

Una delle differenze tra la cinematografia americana e quella europea è nella frequenza con cui si vede o si racconta di fare sesso. Sembra che negli Stati Uniti non si faccia altro che accoppiarsi, giorno e notte, ma sopratutto, in situazioni in cui io difficilmente riuscirei a performare: dopo aver litigato col partner; dopo un licenziamento o un insuccesso lavorativo; quando diagnosticano una brutta malattia a un familiare; perfino nel bel mezzo di un'inseguimento.

Il sesso nella maggior parte di questi film non ha lo scopo di solleticare i pruriti degli spettatori, poichè è spesso solo accennato o raccontato, senza ostentazione di corpi nudi; più probabilmente è solo un pigro espediente di sceneggiatura. Però deve pur sembrare credibile per il pubblico americano, altrimenti, come potrebbe apprezzare un prodotto dove tali scene si ripresentano più volte in un film o in una puntata? Io non riesco ad immaginare un film italiano, nel quale il protagonista, chiamiamolo Rocco, appena saputo che la madre è malata di tumore, dopo due ore si ubriaca e fa sesso con la cognata, Cinzia, direttamente nel bagno del bar di fronte all'ospedale.

Allora mi chiedo: d'accordo che gli Stati Uniti sono mediamente un paese noioso, che laggiù l'abbonamento a Netflix costa di più che in Italia, ma davvero non hanno altro da fare che amoreggiare con il primo che passa, asciuttamente, senza coinvolgimento sentimentale, forse senza neppure vero piacere?



martedì 28 luglio 2020

Arriva un punto

Il dubbio, è il fondamento della scienza e del progresso. Quindi è giusto che qualcuno abbia dubitato inizialmente della Covid, della letalità. E' giusto chiedersi se si può far meglio o diversamente dal lockdown, magari iniziando a portare le mascherine preventivamente (vero Salvini?).
Ma arriva un punto che... che basta! Arriva un punto che continuare ad avere dubbi non è più sintomo di intelligenza, ma solo di insolenza, di meschinità, di stupidità.

Caro signor Bocelli, basta! Due più due fa quattro, due rette parallele non si incontrano mai nella geometria euclidea e il virus SARS-CoV-2 può uccidere. Quindi le consiglierei, la prossima volta che parla ad un convegno, di prepararsi meglio il suo intervento: sia più informato, scientifico e senza ambiguità.

Bocelli: Umiliato e offeso dal lockdown

venerdì 12 giugno 2020

Non è ancora finita?

Mi stavo convincendo che il peggio della pandemia fosse passato. Che bisognasse (ma bastasse) stare atenti e distanti, portare la mascherina e frequentare meno i locali chiusi e pian piano la malattia si sarebbe esaurita, forse grazie alla scoperta di un vaccino o alla stagionalità.
Poi, ho letto questo articolo e mi sono reso conto che tutto intorno a noi sta ancora infuriando e che con la riapertura delle frontiere potrebbe tornare una seconda ondata.

mercoledì 3 giugno 2020

Il computer da ufficio non è solo uno strumento

Una cosa che mi infastidisce del mio lavoro è non poter personalizzare il mio computer da ufficio.


Si parte dal presupposto che io sia indipendente nel mio lavoro (tanto che, dopo dieci anni, i miei capi non hanno ancora capito cosa faccio esattamente. Ritirano i soldi dai clienti a fine anno e basta) eppure non ho la possibilità di usare gli strumenti lavorativi preferiti sul laptop. Persino per installare un nuovo font devo fare richiesta ai servizi informatici e giustificarlo con una fantomatica “esigenza aziendale”
.